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Articoli di autocostruzione

MOR - GAIN

Si tratta a mio parere di un’ottima antenna filare, adatta a chi non ha molto spazio a disposizione.

Veniva costruita anni fa dalla “MOR-GAIN” in VIRGINIA (U.S.A.).

Può essere costruita con un minimo di impegno per qualsiasi frequenza, anche se le versioni più interessanti sono per 40-80mt e per 80-160mt.

Ho realizzato entrambe le versioni e sono molto soddisfatto del loro rendimento.

Le prestazioni migliori si ottengono ovviamente sulla gamma più alta (40mt per la versione 40-80 e 80mt per la versione 80-160).

Sulla gamma più bassa (80mt per la vers. 40-80 e 160mt per la vers. 80-160). La resa invece è leggermente inferiore rispetto al dipolo mezz’onda a lunghezza fisica intera.

Questo perché, pur essendo priva di trappole, la lunghezza fisica è praticamente la metà rispetto appunto al dipolo a lunghezza piena.

Tuttavia anche sulla gamma più bassa, il rendimento è senz’altro superiore al dipolo trappolato.

Non sono in grado di quantificare in db, ma da numerose prove effettuate, posso asserire che a parità di condizioni e di ubicazione, sulla gamma più alta vi è un incremento di 2 punti S sul segnale irradiato, rispetto al dipolo a lunghezza fisica intera.

Sulla gamma più bassa invece, sempre sulla base di numerose prove pratiche e a parità di condizioni, ho notato un calo tra 1 e 2 punti S sul segnale rispetto al dipolo a lunghezza piena.

Essendo state realizzate entrambe le versioni, uso la vers. 40-80 solo in 40mt, dove la resa risulta essere davvero notevole.

La vers. 80-160 la uso per entrambe le gamme, con una resa eccellente in 80mt e tutto sommato niente male in 160mt.

Tenuto conto pertanto della lunghezza e delle prestazioni offerte, ritengo l’antenna un’ottima soluzione, se non si ha a disposizione lo spazio per antenne di lunghezza maggiore.

A mio modesto avviso, sicuramente è da preferire ad un dipolo trappolato.

Non sto a descrivere il funzionamento preciso dell’antenna (correnti, tensioni, impedenze ecc.)perché probabilmente non ne sarei all’altezza e presumo inoltre sia di scarso interesse per chi fosse interessato alla sua costruzione.

Ho ritenuto opportuno inserire i dettagli costruttivi solo della versione 80-160mt, in quanto ritengo possa interessare maggiormente.

Tuttavia per la vers. 40-80mt, i dettagli costruttivi sono praticamente identici, con la differenza che ogni braccio misura 9,80mt.

Ovviamente la posizione dei ponticelli non è la stessa, ma andrà stabilita in fase di taratura. (orientativamente quelli esterni sono a circa 30cm dall’estremità dell’antenna, quelli interni, a circa 25cm dal centro).

ANTENNA MORGAIN 40/80 METRI

Nulla di nuovo per chi legge ma, per me è nuova la sua resa e funzionalità, rispetto alla mia vecchia antenna dipolo filare 40/80 della nota fabbrica italiana.

La volevo comprare, ma io non sono riuscito a trovarla in vendita da nessuno, sicuramente non ho saputo cercare. E allora mi è rimasta la scelta di seguire i consigli di altri Om che l’hanno già autocostruita e farla io stesso con pochi spiccioli.

 

UN PO’ DI TEORIA

La morgain, una vecchia signora. 

I1CRA

La morgain è una bibanda  dalle prestazioni eccellenti, offre un ingombro ridotto e un guadagno rispetto al dipolo, costruita circa 40 anni fa dalla “morgain” in Virginia, ha avuto subito successo in tutto il mondo, molti di noi hanno certamente già letto articoli che ne illustrano le caratteristiche, ma credo che valga la pena di riprenderla in considerazione .

La versione più diffusa è quella per  40 e  80 metri, l’antenna è lunga 19,60 m, per ciò che riguarda la gamma dei 40m è costituita da 3/4 di lunghezza d'onda per ogni braccio del dipolo e forma complessivamente un dipolo lungo 3 mezze lunghezze d'onda, creando condizioni analoghe alle antenne collineari, la casa costruttrice dichiara un guadagno rispetto al dipolo di circa 4-5 db.

Sugli 80m il funzionamento è simile ogni braccio del dipolo è 3/8 di lunghezza d'onda e forma complessivamente un dipolo di 3/4 di lunghezza d'onda.

Personalmente uso questa antenna da molto tempo ed in 40m è di molto superiore al dipolo, specialmente nel dx, non è purtroppo analogo il comportamento in 80m dove il guadagno è minimo; ma quando sul tetto non c’è spazio, questa è la soluzione migliore. Lo stesso discorso vale per le sorelle più piccole, che risuonano in  una in 40 e 20 e l’altra in 20 e 10 e mantengono le stesse caratteristiche della  versione più grande.

Se desiderate costruire una versione che risuoni sui 40 e 20, basta ridurre le dimensioni del 50% per una lunghezza complessiva di 9,80m, se invece volete costruirne una per 20 e 10, dovremo ancora ridurre le dimensioni di un atro 50% e quindi l'antenna sarà lunga 4,90m.
L'antenna è costruita con del filo unipolare per impianti elettrici da 1,5 mm, il filo senza essere tagliato deve essere ripiegato su se stesso in modo tale da avere 3 fili paralleli distanziati tra loro di 2,54 cm, il sistema che io ho usato per tenere posizionato correttamente il filo è stato quello di costruire tante piastrine di vetroresina con 3 fori distanziati tra loro di 2,54 cm, e con un isolatore centrale e due laterali con la stessa foratura.
Come si può vedere ci sono quattro ponticelli,le distanze riportate nel disegno sono solo indicative, bisogna trovare la posizione ottimale dove sistemarli, per fare questo, dovremo realizzare dei ponticelli saldati su degli spilli e cortocircuitare parte dell'antenna, in modo da collocarli nel punto dove la risonanza è migliore e il ROS minimo, trovata la posizione corretta questi si possono saldare definitivamente .
Due ponticelli sono al centro dell'antenna, e la loro posizione influisce sull'accordo d’entrambe le bande, mentre quelli all’estremità dell'antenna influiscono solo sulla banda più bassa.

Ho avuto modo di sperimentare con ottimi risultati  le tre antenne che ho descritto, ho intenzione di provare anche il modello per 160 e 80, se qualcuno volesse farlo, le misure sono il doppio della versione per 80 e 40 metri descritta nell’articolo.

Seguendo i consigli di I1CRA e di IM0JZJ, ho autocostruito la mia bella a vederla e funzionale signora MORGAIN bibanda 40 e 80 metri avente i due bracci che misurano 9.80 metri cadauno, la spaziatura tra i fili e di 4,5 cm ( cioè tra il filo centrale e quello in basso la misura eè di 4,5 cm e 4,5 cm con il filo parallelo di sopra).

Come si nota dalla foto, la morgain, dopo che è stata realizzata, necessita di taratura sia in banda 40 metri che, in 80 metri.La taratura avviene mediante due ponticelli e più precisamente il ponticello indicato in foto che va fatto ai terminali della morgan e va fatto tra il 1° e 3° filo. Per prima bisogna tarare la banda dei 40 metri. La tecnica di taratura è semplice se si fa il ponticello a circa 90 cm e si nota che a 3550 khz il ros è basso, per tararla nella frequenza più in alto, bisogna spostare il ponticello, verso il centro dell’antenna e viceversa. Da qui si evince che la regolazione purtoppo e molto ristretta per la banda passante degli 80 m. , comunque secondo le proprie esigenze la si tara. Gli spostamenti di taratura, devono avvenire per non più di 10 cm alla volta per gli 80 metri. La stessa cosa viene effettuta per i 40 metri, che viene tarata per prima, ma il ponticello viene fatto tra il filo nr.2 e 3. Precisando che se si vuole tarare l’antenna a 7.070 mhz, si fissa il ponticello a circa 80 cm, si va a verificare e se il ros diminuisce sempio a 7.05, in questo caso bisogna spostare i ponticelli verso l’esterno dell’antenna, viceversa se l’antenna ha un ros minore a 7.100, bisogna spostarla verso l’interno dell’antenna e cioè verso il balun che è di 1:1 ma non è necessario. Gli spostamenti devono avvenire per non meno di 5 cm. Si consiglia di prepararsi dei ponticelli con degli spilli che serviranno per le ripetute tarature, sino a trovare quella più adatta, poi si fissano a stagno. L’antenna il vertice è stato fissato a circa 10 metri dal suolo e 7 metri dalla terrazza.

 

 

 

La Morgain, dovrebbe essere messa in orizzontale oppure leggermente a V invertita, come si vede la mia è a circa 120 gradi, ma va bene lo stesso.

Il materiale da me utilizzato sono 60 metri di filo da 1,5 mm che poi si divide in due e quindi 30 metri per ogni braccio, alle estremità ho usato 4 pezzi di tubo idrico colore arancio di 5 cm, effettuando i fori a 4,5 cm e poi quelli per la cornicina di tiraggio. Per mantenere i fili paralleli tra loro e non farli toccare tra loro, ho usato dei pezzi di tubi in plastica che si usano per irrigare tipo ala gocciolante . Anche a questi ho fatto i buchi alle misure delle spaziatire e po fissate con fascette plastiche. Per quando riguarda il balun ho messo il tipo 1:1, ma va bene anche un semplice centrale, tipo questo che ho autocostruito io per la suddetta antenna.

 

 

Dalle prove ho notato che la morgain, rispetto al mio ex dipolo filare è più silenziosa, i segnali sono di qualche punto in più in 80 metri sola la spaziatura in questa banda e molto ristretta. Per i 40 metri, la mia antenna al controllo del ros va bene su tutta l’intera banda da 7.050 a 7.200, mhz i segnali sono aumentati rispetto al mio vecchio dipolo. Mi sembra, forse sbaglio che, risulta un po’ direzionale “fronte e retro”, rispetto al dipolo a V invertita che è più omnidirezionale.

Sicuramente è una mia impressione!

La morgain originale è stata fatta per la banda 40/80 metri, ma altri OM, ne hanno realizzato per altre bande quale 80/160 o la 40/20 e ancora più piccole, le misure vanno dimezzate o raddoppiate a secondo la coppia di banda che si vuole usare.
Altre prove sono state fatte da altri OM, e cioè per mantenere corto il braccio della morgain, hanno aumentato la spaziatura tra i fili che secondo me forsè ne da migliorie per la banda passante degli 80 metri. Provare per credere. Buona costruzione a tutti, fatemi sapere di eventuali novità.73 iw9gxq piero zitoradio@msn.com

 

 

 

WWW.RADIAMATORISICILIA.IT

 

ANTENNA MULTIBANDA “WINDOM” I7SWX, 10 – 80 METRI

Giancarlo Moda – I7SWX
Questa semplice antenna multibanda lavora su tutte le gamme HF, dai 3.5 ai 30 MHz, incluso le bande WARC, fatta eccezione la gamma dei 10.1MHz. Questa e’, in effetti, un adattamento dell’antenna ad alimentazione con linea bilanciata da 300 ohm alimentata, in questo specifico caso, con una linea in cavo coassiale da 75 ohm ed un adattatore-bilanciatore (balun) da 4:1, come raffigurato in Figura 1.
Questa antenna e’ stata da me sperimentata nel 1978 ed e’ stata in utilizzo sino alla meta’ degli anni 90 quando, per l’ultimo cambiamento della mia abitazione, non ho avuto uno spazio sufficente per installarla; ho comunque una versione ridotta, 10 – 40 metri. E’ stata provata con potenza RF sino a 200W. L’onda stazionaria, SWR, presentata al trasmettitore e’ alquanto ridotta, circa 2-2.5:1 ai limiti di banda.
Il trasformatore 4:1, in Figura 1c, e’ avvolto utilizzando filo ricoperto in PVC, tipo quello utilizzato per la connessione di altoparlanti agli amplificatori Hi-Fi, con connessione come in Figura 1b. L’avvolgimento e’ di 10 o 12 spire, in filo doppio, avvolte su un barretta di ferrite di diametro di 10-12 mm, come quella utilizzata nei ricevitori portatili ad onde medie.
Il supporto per il trasformatore balun puo’ essere fatto utilizzando una piastrina da PCB, rimuovendo la maggior parte della copertura di rame, dopo aver lasciato alcune isole di rame dove saldare le connessioni del trasformatore B, X, C e dei fili formanti l’elemento radiante. La base di supporto in materiale isolante PVC puo’ avere forme diverse: pannello, tubo, scatolotto. E’ importante, specialmente per il pannello, che vi siano dei punti sui quali saldare i vari fili. La soluzione con pannello puo’ avered dei fori addizionali tali da permettere il blocco dei fili dell’elemento radiante senza altre necessita’ meccaniche, come riportato sul disegno.
Questa antenna e’ stata pubblicata sulla Rivista RadCom, Technical Topics, Marzo 1988 (RSGB); e’ inoltre riportata sulle seguenti pubblicazioni della RSGB: “HF Antenna Collection” and “Antenna Topics”.
Figure 1 – Trasformatore balun 75:200 ohm I7SWX
per l’antenna multibanda Windom.
Quando l’antenna e’ stata da me progettata, ho utilizzato del cavo coassiale flessibile da 75 ohm, tipo RG59, e la scelta del balun 4:1 e’ stata una scelta naturale. Inoltre a quei tempi, utilizzavo un trasmettitore con stadio finale a valvole e con il classico PI-greco in uscita.
Oggi, con l’utilizzo di transceiver con stadio finale a transistori ed impedenza di antenna di 50 ohm, e’ automatico l’impiego di cavo coassiale da 50 ohm e quindi e’ piu’ idoneo un balun adattatore di 6:1, per adattare l’impedenza dell’antenna, al punto di alimentazione, di 300 ohm. In realta’, l’impedenza del punto di alimentazione cambia per ogni banda, non solo come valore ohmico ma, in particolare, come valore reattivo. L’utilizzo di un balun 4:1 puo’ rimanere valido. Il balun-adattatore 6:1 e’ riportato nelle Figure 2 e 3.
L’avvolgimento delle spire e’ effettuato, in questo caso, utilizzando tre fili con copertura in PVC. Possono essere utilizzati tre singoli fili oppure una piattina per altoparlanti ed un singolo filo. E’ importante utilizzare fili di colori diversi onde ovviare a problemi di connessioni. Il nucleo e’ sempre la barretta di ferrite di 10-12 mm di diametro, come per il balun 4:1. Il terzo avvolgimento e’ un po’ diverso in quanto abbiamo una presa a meta’ avvolgimento, onde ottenere un rapporto d’impedenza di 6:1. Il terzo filo deve essere preparato saldando un filo addizionale alla meta’ della sua lunghezza, prima di effettuarne l’avvolgimento, come riportato in figura 2.
Figura 2 – Balun-adattatore 6:1 - Schema
La barretta di ferrite puo’ essere ricoperta di una strato di nastro PVC onde ovviare ad un contatto diretto tra il punto di di saldatura della giunzione e la barretta stessa, anche se in realta’ ne potremmo fare a meno. Avendo un avvolgimento con una connessione CT, l’avvolgimento delle spire deve avvenire partendo dalla meta’ centrale della barretta e proseguendo verso i due estremi della stessa. L’assieme degli avvolgimenti puo’ essere bloccata, al centro ed agli estremi, da strap. La connessione dei fili deve essere effettuata come riportato in Figura 3.
Il cavo coassiale puo’ essere saldato come in Figura 3, con lo schermo connesso al punto “X” e con il centrale al punto “C”. .
Figure 3 –Trasformatore balun-adattatore 50:300 ohm.
L’impiego di una barretta di ferrite, quale nucleo del trasformatore, in luogo del comune toroide permette di ottenere un migliore balun. La ragione e’ molto semplice. Il flusso magnetico nel nucleo della barretta non e’ confinato solo al materiale ferroso che la compone ma anche “all’aria”. Il nucleo toroidale e’ chiuso sul materiale ferroso. Non e’ possibile la saturazione del nucleo ad alta potenza ed anche per alta onda stazionaria (SWR). Non avremo, quindi, il surriscaldamento del materiale e susseguente danno al nucleo, come spesso molti OM hanno riscontrato con i toroidi .
Per applicazioni con alte potenze i fili devono essere ricoperti in teflon ed e’ consigliabile l’impiego di 2 o 3 barrette di ferrite. In questo caso il numero delle spire potrebbe richiedere una riduzione, qualora si abbia una riduzione di larghezza di banda a discapito dei 10 metri.
L’impiego di filo isolato in PVC, per il balun I7SWX, e’ migliore dell’uso di filo smaltato in quanto si ha una linea di trasmissione ad alta impedenza, 100-150 ohm, che permette un miglior adattamento d’impedenza tra i 50 ed i 300 ohm. Adattamento d’impedenza con filo smaltato va bene per accoppiare linee coassiali da 50-75 ohm ad impedenze piu’ basse.
Figura 4 – Vista di una I7SWX 10-80m Windom assembata.
Figura 5 – Vista del contenitore Balun ed isolatori terminali.
L’antenna Windom I7SWX e’ stata assemblata ed installata da molti radioamatori in Europa, Russia, USA ed in altre parti del mondo. Presenta funzionalita’ anche sulla amma dei 50 MHz. Alcuni utilizzatori ne hanno raddoppiato la lunghezza dei due elementi radianti ottenendo la copertura della gamma dei 160 metri con validi risultati.
Giancarlo Moda, I7SWX – Aggiornato a August 2005
I7swx@yahoo.com

Interfaccia CAT e OPTOISOLATA per FT-897

Ivo Brugnera I6IBE
Appena comprato un nuovo apparecchio radio, di nuova generazione, multibanda, piccolissimo, e'
d'obbligo interfacciarlo al computer sia per operare nei modi DIGITALI (psk31, sstv, packet) sia
per la completa gestione del RTX via CAT.
Ovviamente non appena uno di questi piccoli mostri fa bella mostra nella mia stazione radio inizia
una affannosa ricerca sul WEB, inesauribile fonte di tutto quello che ci serve, di interfacce, schemi,
progetti, software, e quant'altro occorre per il totale interfacciamento nel nuovo RTX.
Con le vecchie apparecchiature radio l'interfacciamento era piuttosto laborioso, i segnali analogici
(microfono e presa cuffia/altoparlante) dovevano essere prelevati ai capi dei rispettivi
bocchettoni/connettori, la predisposizione alla digitalizzazione era pressocchè nulla, ovviamente per
operare in “digitale” bisognava staccare il microfono e collegarci l'interfaccia, idem per l'uscita BF,
molto complicato e spesso fonte di inauditi disturbi, paurose intermodulazione e rientri RF.
Oggi tutti i produttori predispongono le loro apparecchiature per operare facilmente in DIGITALE,
sul retro infatti sono presenti nuove prese ACCESSORIE per facilitare enormemente
l'interfacciamento. Collegare attualmente una interfaccia optoisolata o cat alla radio e' di una
facilita' disarmante, poche saldature sugli appositi jack o connettori per essere immediatamente
operativi.
L'interfaccia OPTOISOLATA isola galvanicamente il ricetrasmettitore dal computer , evita che
attraverso il cavo di collegamento si propaghino disturbi generati dal computer e dal suo
alimentatore (switching) che potrebbero mettere in serie difficoltà il vostro ricevitore radio fino a
renderlo sordo e inutilizzabile, per questo bastano solamente due piccoli TRASFORMATORI di
isolamento 1:1 che elimineranno fisicamente il “contatto” tra le masse del computer e del RTX
elettronicamente, tale soluzione evita anche che la RF in caso di disadattamenti di antenna circoli
allegramente per tutto lo shack , insomma metteteceli e sarete piu' tranquillamente.
I pochissimi componenti non richiedono neanche la progettazione di un circuito stampato, io ho
realizzato la mia su un piccolo pezzo di vetronite 1000 fori , poche saldature e due cavetti, uno con
2 jack da 3,5 verso la scheda audio del computer, l'altro verso la presa “ACC” del rtx.
Per chi volesse fare le cose “per bene” ecco una bozza di circuito stampato, due trasformatori, una
resistenza e un trimmer per la “regolazione” fine dell'imput MICROFONICO. Di schemi simili ne
troverete a centinaia sula RETE, più o meno simili, complicati, ma il loro scopo e quello di isolare
RTX e COMPUTER quindi l'una vale l'altra.
Altri tipi di interfacce implementano il circuito di commutazione del PTT e del manipolatore CW
più complicate ma decisamente più funzionali, in questo caso lo stampato diventa impegnativo, e'
possibile comunque reperire in KIT o PREMONTATA l'intera interfaccia a prezzi decisamente
abbordabili, poche decine di euro.
Questa e' la mia realizzazione, basetta millefori, poche saldature , senza fronzoli e funziona
benissimo, il trimmer va regolato, durante i test per un imput microfonico non troppo elevato
evitando di intermodulare, un locale corrispondente o altro amico radioamatore potrà dirvi se la
vostra TRACCIA osservata sul waterfall risulta modulata in modo corretto con IMD nella norma.
INTERACCIA CAT
Interfaccia CAT , oserei dire che oramai risulta INDISPENSABILE , con questo collegamento e'
possibile gestire totalmente la radio dal computer, e' possibile variare la sintonia, la gamma , il
modo operativo,inserire filtri, aumentare o diminuire il gain del microfono o la potenza del tx con
pochi colpi di MOUSE. Tutti i programmi oramai gestiscono il CAT, dalla ricezione del DRM,
operazioni in DIGITALE, o trasmissioni ANALOGICHE, tutto e' gestibile via CAT.
L'interfacciamento al computer avviene via porta SERIALE RS-232 , tramite apposito
SOFTWARE e' possibile controllare totalmente l'RTX, si tratta di convertitori bidirezionali RS232-
TTL, in grado di inviare stringhe di codice per qualsiasi operazione anche il PTT viene comandato
via software.
Lo schema di una simile interfaccia non e' assolutamente complicato in genere si utilizza l'arcinoto
integrato MAX232, pochi componenti esterni e' l'interfaccia e' fatta.
I nuovi computer PORTATILI o i DESCKTOP di nuova generazione non implementano più la
porta SERIALE oramai in disuso, fanno un utilizzo massiccio di porte USB, più performanti e
veloci, una interfaccia di questo genere potrebbe diventare un problema, poco male ,in vendita ci
sono interfacce CAT USB già innestare con spinotti per tutti i tipi di RADIO, si tratta di
convertitori USB-RS232 funzionano benissimo e costano pochissimo , date un occhiata al sito di
Crispino I5XWW per qualunque apparato YAESU, ICOM, KENWOOD ecc. anche per la
reperibilità degli SPECIALI CONNETTORI a più poli spesso INTROVABILI.
Ecco il link http://xoomer.alice.it/i5xww/
Per chi voglia cimentarsi nell'autocostruzione di una di queste interfacce eccolo accontentato, lo
schema e' quanto di più semplice si possa immaginare un paio di transistor qualche resistenza e ci
siamo, lo schema e' reperibile in rete, sull'apposito sito YAHOO dedicato alle apparecchiature
Yaesu a cura di K6KK, ed e' stato anche pubblicato su R.R., qualche anno fa a cura di IK2YFT.
Anche qua' viene proposto un piccolissimo circuito stampato, non indispensabile, una basetta
millefori si presta benissimo alla realizzazione di un prototipo, io ho testato anche quella realizzata
con l'integrato max232 sia un KIT sempre con max232 (i5xww) ottenendo sempre risultati ottimi
Anche qui' la realizzazione e' molto semplice, un solo integrato MAX232 qualche condensatore
elettrolitico e pochi altri componenti. Vista la complessita' del circuito e' richiesto l'utlizzo di un
circuito stampato. Cercando in rete PE1PWF INTERACE troverete un documento PDF di poche
pagine dove, altre allo schema elettrico c'e' lo stampato e il layaut con la disposizione dei
componenti.. L'interfaccia preleva i 12 volt necessari alla sua alimentazione dalla presa
CAT/TUNER dell RTX, la presa e' molto piccola e i fili da saldare sono 4 tra cui l'alimentazione ,
occhio a non sbagliare nell'individuazione dei pin su uno dei quali sono presenti 12 volt, qualsiasi
errore non verrebbe perdonato, eventuali cortocircuiti potrebbe portate al malfunzinamento
dell'apparato con gravi danni anche al portafogli per una eventuale riparazione.
Questa interfaccia puo' essere , come tutte, reindirizzata sulla presa MIK, questo nel caso la porta
posteriore CAT fosse impegnata dal LINEARE oppure dall'ACCORDATORE AUTOMATICO
originale Yaesu. Ovviamente il CAT via MIK va ATTIVATO tramite menu' 59.
Ecco un disegno esplicativo, nel caso siete impossibilitati ad utilizzare il CAT sulla presa
posteriore.
I software che gestiscono il CAT sono tantissimi, dal mitico MIX32 all' HAM RADIO DELUXE
fino a SUPERCONTROL, potete scaricarli direttamente dai siti dei rispettivi produttori, alcuni sono
gratuiti come HRD altri a pagamento e comunque liberamente scaricabili nella versione DEMO.
Non mi rimane he augurarvi buon lavoro, 73 de IVO I6IBE